L’incitazione all’odio, alla violenza e persino all’omicidio rappresenta un pericoloso scivolamento verso una comunicazione tossica e distruttiva, soprattutto quando tali espressioni provengono da figure pubbliche. È quanto accaduto durante l’evento “La grande Milano, dimensione smart city” del 25 settembre, dove Vittorio Feltri, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e direttore editoriale del Giornale, ha pronunciato affermazioni che hanno subito sollevato polemiche.
Il suo attacco rivolto ai ciclisti, infatti, non solo ha indignato l’opinione pubblica, ma ha anche alimentato richieste di dimissioni e iniziative legali. Queste dichiarazioni, lontane da ogni principio di convivenza civile, sollevano interrogativi profondi sulla cultura dominante e il rapporto tra politica, comunicazione e sicurezza stradale, specie in un momento in cui il Codice della strada è oggetto di accese discussioni al Senato.
Le parole di Feltri riflettono una visione individualista e violenta della mobilità che mette al centro l’automobile, ignorando la sicurezza e i diritti delle persone, in particolare di chi sceglie la mobilità attiva. L’episodio, condannato da diverse associazioni come FIAB, Legambiente e AIFVS, apre una riflessione urgente sull’uso della parola pubblica e il suo impatto nella società.
In risposta a queste affermazioni, un socio della FIAB ha scritto un commento diretto a Vittorio Feltri:
“SIGNOR FELTRI VITTORIO, come migliaia di italiani abitanti la Pianura Padana ho imparato ad andare in bicicletta all’ età di sei anni sotto l’occhio di mio padre che mi ha insegnato non solo a stare in equilibrio, cosa facilissima, ma anche le regole basilari del codice della strada.
Da 65 anni uso la bicicletta non solo come svago, ma come mezzo di trasporto abituale in città, cosa che fanno decine di migliaia di abitanti della Pianura Padana a Lodi, Cremona, Mantova, Padova, Piacenza, Modena, Ravenna, ecc, come nella mia Forlì. Contribuiamo a snellire il traffico, a non intasare le città di auto e facilitiamo la ricerca di un parcheggio ai concittadini automobilisti.
Alcuni di noi, come tanti automobilisti, non sempre rispettano il codice della strada, ma in caso di incidente, sia che abbiamo torto o ragione – e questo capita spesso – siamo sempre noi a subirne le peggiori conseguenze. Centinaia di noi muoiono sulle strade del nostro Bel Paese investiti dalle auto. Sentire che un famoso giornalista e ora anche uomo politico eletto ci augura l’ospedale o il cimitero, mi disgusta.”
Questa testimonianza riassume il sentimento di indignazione e preoccupazione che le parole di Feltri hanno generato tra coloro che ogni giorno scelgono la bicicletta come mezzo di trasporto, contribuendo a migliorare la qualità della vita nelle città italiane.
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