PGMC (Piano Generale della Mobilità Ciclistica urbana ed extra-urbana)

PARTE QUARTA – Gli allegati

Come riportato nel primo articolo sul PGMC il decreto comprende tre allegati:

a) indirizzi per la redazione del Biciplan;

b) progettare ciclabilità sicura;

c) la composizione della rete ciclabile nazionale.

L’allegato “a” è un’integrazione delle linee guida per la redazione e l’attuazione del Biciplan emessa a suo tempo dal MIT (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).

L’allegato “c” descrive nel dettaglio la composizione della Rete Ciclabile Nazionale-Bicitalia.

Risulta di particolare rilievo l’allegato “b”, che è una guida all’applicazione delle novità introdotte nel Codice della Strada nel 2020.

Lo scopo dell’allegato “b” è “da un lato fornire uno strumento applicativo di natura tecnica, dall’altro di chiarire il concetto innovativo di sicurezza che sottende le nuove norme”. Quindi, soprattutto in ambito urbano, “questo strumento applicativo si pone come guida e riferimento tecnico per l’applicazione chiara delle nuove disposizioni”. Come conseguenza, “ferma restando la possibilità di eventuali ulteriori successivi interventi di natura legislativa o regolamentare, le richiamate disposizioni di legge (DL 34/2020 e DL 76/2020) sono, come ovvio, di diretta e immediata applicabilità”. E’ chiaro che, a questo punto, i Comuni non hanno più pretesti per non adeguarsi alle nuove normative.

Nel medesimo allegato viene spiegata la logica per la realizzazione e vengono forniti i criteri dimensionali e/o la segnaletica da utilizzare per le corsie ciclabili in generale, per le corsie ciclabili all’interno di strade o di corsie riservate a determinate categorie di veicoli (tra i quali quelli del trasporto pubblico), per le case avanzate (gli spazi riservati alle biciclette prima della linea di arresto ai semafori), il doppio senso ciclabile, le strade urbane ciclabili E bis, le strade a prevalente uso pedonale e ciclabile F bis e le zone scolastiche.

Viene inoltre rimarcata l’importanza di creare ampie zone a 30 km/h con l’obiettivo di evolversi verso le “Città 30”, affinché vi sia la condivisione della strada tra tutti gli utenti della stessa.