Corsie ciclabili

La legge 120/2020 ha introdotto nel Codice della Strada, all’articolo 3 comma 1 numero 12-bis, un ulteriore tipo di percorso ciclabile denominato corsia ciclabile

Essa è una parte della carreggiata delimitata mediante striscia bianca, continua o discontinua, destinata alla circolazione delle biciclette nello stesso senso di marcia degli altri veicoli e contraddistinta dal simbolo del velocipede.

La tipologia definita dalla suddetta legge 120/2020 si aggiunge alle tre preesistenti tipologie di piste ciclabili definite nel DM 557/1999: a) in sede propria, qualora la sua sede sia fisicamente separata dai veicoli a motore da uno spartitraffico invalicabile di almeno 50 cm; b) su corsia riservata, ricavata dalla carreggiata stradale e separata dai veicoli a motore da due strisce continue, una gialla e l’altra bianca (quindi non valicabili da altri veicoli); c) su corsia riservata ricavata dal marciapiede. La larghezza minima di queste piste deve essere di 1,5 m, comprese le strisce di margine (per brevi tratti si può arrivare a 1 m).

La corsia ciclabile introdotta nel 2020 è una soluzione flessibile che favorisce una maggiore diffusione dei percorsi ciclabili lungo le strade del tessuto urbano che spesso, in Italia, sono piuttosto strette. Gli spazi per le biciclette sono definiti all’interno delle strade esistenti senza togliere spazio ai pedoni e ridimensionando quello dedicato alle auto, che così saranno portate a moderare la velocità, elemento fondamentale per ridurre l’incidentalità.

Come detto, questa soluzione è flessibile, in quanto non è richiesto il rispetto di una larghezza minima costante; nelle strettoie può essere valicata dalle auto, può essere attraversata dalle auto per accedere alla sosta, può essere impegnata da altri veicoli quando sono presenti fermate del trasporto pubblico; pertanto, può essere realizzata su tantissime strade. Gli autoveicoli in transito, quando sono costretti a occupare le corsie ciclabili, hanno sempre l’obbligo di dare precedenza alle biciclette. Se esse sono realizzate a fianco di parcheggi, è importante lasciare una fascia libera tra ciclabile e parcheggio per la sicurezza del ciclista (apertura portiere, accesso alle auto parcheggiate). Per esempio, per una pista ciclabile a senso unico in sede separata, compresa di cordolo, servono due metri, gli stessi che possono essere utilizzati per due corsie ciclabili, una per senso di marcia, della larghezza di un metro.

Una lamentela da parte di utenti della strada è che la corsia ciclabile non sia sicura. In realtà essa rende evidente che la carreggiata stradale è utilizzata anche dalle biciclette. Questo avveniva anche prima; la differenza è che adesso c’è una segnaletica orizzontale che lo ricorda e che individua uno spazio ben preciso della strada per le biciclette. Tale segnaletica induce i guidatori dei veicoli a motore ad essere più prudenti. Ci deve essere un cambiamento di mentalità degli utenti della strada: essa è uno spazio pubblico che deve essere condiviso, nel rispetto reciproco, da tutti, siano essi biciclette o veicoli a motore.

Nel PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) della città di Forlì è previsto un significativo aumento dell’utilizzo della bicicletta, e questo può avvenire solo se viene estesa la rete ciclabile nella città e verso le periferie e questa rete è sentita sicura dai ciclisti.

A seguito di questa nuova normativa, il Comune di Forlì ha realizzato delle corsie ciclabili lungo via Campo di Marte e, in parte, lungo via Bertini. Sono corrette sia la scelta di dipingere con colori le stesse (fatto che le rende più visibili agli automobilisti e, quindi, più sicure per i ciclisti), sia quella di lasciare uno spazio di sicurezza a fianco degli stalli di parcheggio delle auto. 

Nella zona di via Bertini, però, manca la continuità, perché non tutte le rotonde hanno la corsia ciclabile e questo è un punto critico. I dati di letteratura hanno evidenziato che nelle rotonde vi è un aumento di incidenti per i ciclisti. Inoltre, in entrambe le vie vi sono alcuni tratti in cui le corsie ciclabili non sono di larghezza adeguata.

Il gruppo tecnico di Fiab