Cominciare dai grandi

Ci siamo io e Maura, con i giubbini gialli fosforescenti.
Ci sono uno o due insegnanti.
Ci sono dai 10 ai 25 bambini, di età variabile tra i sei e gli undici anni, a seconda delle classi.
Ci sono le strisce pedonali.
E il segnale di attraversamento ciclabile.
E c’è la scuola.
Nonostante questo gli automobilisti che si fermano sono rarissimi.
Gli stessi genitori che vengono a portare o prendere i bambini, magari gli stessi a cui stiamo cercando di far attraversare la strada, non mostrano alcun particolare riguardo.

Capita pure che parcheggino direttamente sulle strisce, quelle sulle quali vorremmo attraversare.
L’assalto motorizzato alle scuole è quotidiano e spietato.
Tanto che bisogna mandare la polizia municipale; non ad impedire gli incivili, illegali, consueti, comportamenti, ma per gestirli, alla meno peggio.
Cioé per consentire alle persone di utilizzare gli attraversamenti senza rischiare di essere investite. Dalle altre persone, quelle che hanno già recuperato il bambino, l’hanno caricato in macchina, e ripartono.

 

Quando sento dire che “bisogna cominciare dai piccoli, dai bambini, dalle scuole” mi girano proprio le scatole.

Mi suona come un’ipocrisia, una tattica di deresposabilizzazione da parte degli adulti.

Non sono i bambini a guidare le automobili.

Non è insegnando a loro le regole che li mettiamo al sicuro.

Al sicuro dagli adulti motorizzati.

Da una città fatta non per le persone ma per le automobili.

E comunque quello che noi cerchiamo di insegnare loro in un paio d’ore i genitori lo distruggono con pochi minuti di cattivo esempio quotidiano.

 

Va bene insegnare il codice della strada fin da piccoli.

Noi ci crediamo e lo facciamo.

Ma bisogna continuare anche e soprattutto con i grandi.

Anzi, vista la situazione, dai grandi bisogna cominciare.

 

Giancarlo Romanini